Il tempo investito nella poesia della parola è prezioso perché dilata il tempo per la poesia dei corpi...

Era così bella che non volevo guardarla, volevo solo che il mio sguardo sfiorasse la sua figura fino ad avvolgerla tutta

Era così intrigante che non volevo fissarla negli occhi, volevo solo affacciarmi lentamente sul limitare delle sue grandi pupille che parevano lune nere... ma più luminose del bianco sole, a dispetto di qualsiasi legge fisica

Era così interessante che non volevo parlarle, volevo solo ascoltare le frequenze che davano forma al dolce suono della sua voce mentre le parole davano forma ai suoi pensieri

Era così delicata che non volevo toccarla, volevo solo avvertire il suo calore mentre avvicinavo lentamente e incerto la mia mano alla sua pelle

Era così tenera che non volevo abbracciarla, volevo solo cingerle delicatamente i fianchi con le mie mani per farle sentire quel brivido che sale dall'inconscio a renderci manifesti i nostri più inconsapevoli e reconditi desideri

Era così attraente che non volevo stringerla a me, volevo solo accorciare la distanza tra i nostri corpi al punto che i nuclei dei nostri atomi potessero baciarsi e per noi non fosse più possibile separarci

Era così pura che non volevo tentarla, volevo solo soffermarmi con lei su tutte le sfumature delle peccaminose possibilità che lei stessa stava insinuando nella mia mente

Era così seducente che non volevo spogliarla, volevo solo che nulla si frapponesse tra le nostre emozioni in divenire, tra i nostri incontrollabili istinti

Era così profumata che non volevo annusarla, volevo solo captare le piccole variazioni della sua naturale fragranza scivolando con le narici sulla superficie della sua pelle

Era così sensuale che non volevo accarezzarla, volevo solo seguire con le dita ogni sua rotondità, ogni suo incantevole dosso da scalare, ogni sua serica cunetta in cui scivolare

Era così morbida che non volevo massaggiarla, volevo solo che a ogni mia pressione un piacevole stimolo partisse a stuzzicare ogni volta una zona diversa della sua mente a produrre psichedeliche sensazioni

Era così invitante che non volevo assaporarla, volevo solo gustare con la mia bocca la sua anima fino a comprendere il delicato sapore della sua essenza

Era così dolce che non volevo baciarla, volevo solo sentire i nostri soffi danzare vorticosamente fino a posarsi stremati sul bordo del labbro, seduti abbracciati ad attendere che passasse la notte

Era così donna… viva e inconfessabile che non volevo fare l'amore con lei, volevo solo planare delicatamente su di lei alla scoperta di mondi sconosciuti dove trovarla ogni volta affacciata ad aspettarmi alla finestra della nostra casa

Prima, durante e dopo, le avrei sussurrato tutto questo… mentre ancora in me risuonava l'eco della sua voce…

E dopo esserci abitati dentro… certo… con calma… l'avrei anche guardata, fissata negli occhi, toccata e abbracciata… l'avrei stretta a me e tentata… l'avrei spogliata, annusata, accarezzata e massaggiata… assaporata e baciata… di nuovo… e così ancora e poi ancora… e ci avrei rifatto l'amore… ma dopo… con calma… con la calma di chi ormai vive al di fuori dello spazio e del tempo…